Non voglio morire senza capire, senza alternative, senza altre possibilità che quella di schiantarmi sull’ennesima delusione. E’ stato così ed è stato, ma sarà anche stavolta per sempre: non ci sono altri interlocutori, non c’è bisogno di interpreti delicati e sensibili. Serve solo capirlo e dirlo, tutto il resto è banale analisi di ciò che è avvenuto e che non si ripeterà mai più identico. La mia amica lo sa: cerchi l’armonia che hai sentito una volta e la insegui per una vita intera…quando infine ti accorgi di essere solo in tutto questo può essere normale pensare di lasciare cadere le braccia. Sono fragile, non lo nascondo, il senso d’inutilità per gente come me è sempre in agguato. Il blog è aperto, il blog è un’altra dimensione e necessita probabilmente di un approccio diverso… sinceramente mi sento “forzato”. Io ho, per fortuna, l’età in cui molte cose perdono la loro connotazione mediocremente ideologica e acquistano invece una valenza pìù elevata e segreta. Di essa scrivo come posso, ad essa guardo come ad una liberazione.
Stasera sono arrivato nella città dove sono nato verso sera: dovevate esserci. Palermo tagliata da una luce di sbieco era perfetta! Le cupole delle chiese illuminate dall’oro del sole che tramontava, le ville liberty e il mare come seta grigia distesa sul golfo, ogni cosa al suo posto ed io con loro. Senza se e senza ma, senza rimpianti e con qualche malinconia, leggera però come la soddisfazione di esserci e di pensarmi qui dopo altre vite trascorse altrove.